sabato 10 dicembre 2011

Ambasciator non porta pene,ma costa troppo...mentre si tagliano i servizi per gli italiani all'estero...e la casta dei diplomatici galleggia...

L’ambasciatore italiano a Berlino guadagna il doppio della cancelliera tedesca. Lui si chiama Michele Valensise ed è l’ultimo ambasciatore nominato dal governo Berlusconi. Al pari di molti colleghi, dallo Stato Italiano percepisce circa 20mila euro netti al mese e governa una sede diplomatica con 58 persone. Lei si chiama Angela Merkel e dallo Stato tedesco riceve 9.072,43 netti per governare una nazione con 80 milioni di cittadini.
Il governo uscente ha affrontato la questione a suo modo. Senza intaccare i privilegi, ha optato per una razionalizzazione della rete consolare e ha disposto la chiusura di numerose agenzie e sportelli...
“Questa scelta, anzi, indebolisce la rete di rappresentanza e non mette in discussione i veri costi eccessivi a carico del ministero degli Esteri”
Con il cumulo di questi benefici facilmente conviene essere un diplomatico italiano piuttosto che il presidente francese Nicolas Sarkozy, che al mese percepisce 6.600 euro, o il presidente russo Medvedev che ne prende 4.860.
IL CASO DEGLI ISTITUTI DI CULTURA ALL’ESTERO

Un altro centro di spesa fuori controllo è quello degli Istituti di cultura italiani all’estero e delle istituzioni scolastiche, ben 383 centri, spesso utilizzati come parcheggi d’oro a vantaggio di persone nominate per via politica. Raro vedere in Italia un insegnante liceale che guadagna 54mila euro l’anno. Ma se è mandato all’estero, grazie al cumulo dei due stipendi, è possibile. E questo riguarda 430 unità di personale di ruolo, 74 dirigenti scolastici e 153 dipendenti APC (area promozione culturale). In tutto 657 persone per un parco di alunni pari a 31mila ragazzi ed un numero imprecisato di utenti presso gli 89 istituti italiani di cultura. Una situazione insostenibile.

Il senatore Micheloni ha preparato emendamenti alle prossime iniziative economiche del nuovo governo per rimodulare la spesa di tutto il comparto. Il primo propone proprio di richiamare gli insegnanti di ruolo che abbiamo mandato nel mondo perché siano reinseriti a costo zero nella scuola italiana ottenendo un risparmio dalle spese per indennizzo pari 18,5 milioni di euro. “Soldi che possono essere riallocati, tra gli altri, agli enti gestori dei corsi di italiano che usano personale in loco”. Il secondo prevede la riduzione del 15 per cento dell’ISE (Indennità di Servizio all’Estero) dei diplomatici e amministrativi di ruolo inviati all’estero, con un risparmio di 54 milioni di euro da destinare alla cooperazione, allo sviluppo e riduzione del debito. “Certo vorremmo anche sapere chi sono tutti questi funzionari, segretari, tecnici, contabili e insegnanti. E sapere secondo quali criteri di selezione sono arrivati a quelle posizioni”, lamenta il senatore.
IL RUOLO DELLA POLITICA

Si sa, invece, come arrivino al vertice i direttori degli Istituti italiani di cultura, veri e propri plenipotenziari con stipendi dai variabili da 14-15mila euro netti al mese a seconda della sede di destinazione. Perché accanto a funzionari di carriera che arrivano per meriti sul campo, la politica ci mette lo zampino. La Legge 401 del 1990 (art. 14 comma 6) permette al potente di turno di collocare ben dieci “personalità di chiara fama” nelle dieci più prestigiose capitali del pianeta. E qui abbondano le parentopoli e le amicizie, gli scambi di favore e i collocamenti in quota ai partiti...

da Il Fatto quotidiano

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